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La vecchia checca attivista

Elio Veller interpreta una checca pazza

La vecchia checca attivista era giovane negli anni settanta/ottanta, ha l’età che avrebbe mio padre, solo la versione “checca pelata” di uno dei nostri padri.
La vecchia checca ha fatto attivismo sulle piazze quando a fare attivismo c’erano solo le passive arrabbiate come lui, arrabbiate, direi anche giustamente, col mondo etero che non le contemplava (c’era il frocio, e ovviamente il normale), arrabbiate perché la visibilissima effeminatezza le aveva fatte pestare fin dall’infanzia, arrabbiate perché i velati ogni tanto se le bombavano per poi tornare da mogli e figli, perché ovviamente il frocio è il passivo!
La vecchia checca, infatti, è passiva. Le altre checche erano per lei quasi delle amiche, fare qualcosa con loro sarebbe stato come fare le lesbiche!
La vecchia checca aveva delle amiche donne (le frociare). Divorziate, disastrate, in sovrappeso. Con un sorriso le salutava, compatendole ma invidiandole, perché quei pachidermi in gonnella sotto sotto ogni tanto qualche etero separato o divorziato al karaoke riescono a scoparselo senza problemi, se riescono a vincere il muro di bigotteria dietro a quale sono intrappolate.

La vecchia checca ha un’amica, “checca” anch’essa. Insieme sognano il pisello Calogero, di un bel muratore ignorante e zozzo, velato, che tratta il loro culetto come quello delle donne. Passa, fa quello che deve fare, e se ne va, sentendosi ancora più masculu, perché ha cosi’ tanta voglia che “ogni buco è galleria”, ed è realmente convinto che buttarlo nel culo a una checca significhi, comunque, essere etero (o “normale”, o “masculu“…non credo arrivi a simili raffinatezze).
All’amica della vecchia checca, però, non basta sentirsi “donna” prendendolo in bocca di uno che si definisce etero. L’amica è donna dentro. L’amica vuole fare la transizione. L’amica vuole “farsi la fica“!
La vecchia checca lo sente come un tradimento, come se lei non si accettasse come uomo, come se volesse transizionare solo per competere meglio con le donne. Non capisce nulla della disforia dell’amica, non capisce nulla del fatto che l’amica è di identità di genere femminile e vivere da gay è stato solo un passaggio prima di comprendersi del tutto. Non capisce che l’amica vorrebbe vedere una donna anche quando è nuda davanti allo specchio, che vorrebbe essere chiamata al femminile non soltanto dal velato che se non usa il femminile non riesce a farselo venire duro. Che vuole avere i capelli lunghi, e non mettersi una parrucca o un perizomino di pizzo solo per illudere Calogero che “in fondo è nommmmàle”.
E allora la checca odia, odia i velati, quelli che lui chiama “bisessuali”, anzi no! la bisessualità non esiste. Sono porci opportunisti che si approfittano di noi “ragazze”. Ma in fondo è il destino di “noi ragazze” penare per i veri “masculi“, che ci trattano così, come, essendo “donne”, meritiamo. Se non lo facessero non sarebbero dei veri masculi, quindi possiamo odiarli, penare e sospirare per loro, ma se fossero “come noi”, sarebbero “amiche”, quindi così, in fondo, li vogliamo!
E cosi’ la checca rimane sola, con l’amica che progetta la vaginoplastica e la checca pensa che sia un modo di autopunirsi perchè frocio. Pensa che voglia evirarsi, privarsi il piacere, rinunciare al piacere in uno spasmo, in un’impulso di autodistruzione. Da quel giorno odia le ragazze trans, e la facilità che esse hanno con gli uomini, coi “veri” uomini. Quelli che sembrano etero, il vero oggetto del desiderio. Il resto è merda.

La vecchia checca invecchia, passano anni in cui nell’attivismo arrivano i bisessuali. Non i muratori velati con moglie e figli, ma quelli che vogliono fare attivismo, esporsi, ma la checca anziana li molesta, li stuzzica con frasi del tipo “si, tu ti fai uomini, donne, cavalli, lavatrici…” o “sei un andocojocojo” o peggio “si si..tu sei bisessuale nel senso che lo prendi sia in bocca che in culo!“.
E odia le trans, tra cui riconosce le amiche vecchie checche del passato, a cui ha sempre dato il femminile (sai, il genderfucking), ma adesso improvvisamente dà il maschile. “tu non puoi dimenticare che eri frocio come noi”…

Se l’è cavata, la vecchia checca. E’ sopravvissuta all’AIDS, mentre amici più piacenti si sono lasciati fregare dagli impulsi, dal “Battito animale”. La vecchia checca ci spiega che “noi non possiamo capire“, nè “noi donne“, nè “noi eterosessuali“, quanto spasmo abbia una checca quando lo vuole ad ogni costo, subito e senza profilattico, perché, lei dice, è nel DNA di loro “ragazze“, per questo un sacco di sue amiche sono morte. Quando il battito animale chiama, non si può far niente. C’è un luogo di battuage dove attrarre il solito Calogero per un attimo di svago, oppure una frase su GayRomeo.
“Ospiti?” Non stasera, non domani. Adesso. Perché il battito animale ti sta chiamando adesso. Si, è vero. Sei carino. Potrei salvare il tuo numero e chiamarti domani, se ospiti, ma domani sarai già obsoleto. Perché io ho voglia adesso. 

Ma lui è ancora qua, e sono gli anni Duemila. Sente parlare delle translesbiche. Non capisce. Non riesce a capire! Se le sue amiche avevano cambiato sesso per piacere ai manzi più virili e più appetibili, che senso ha fare tutta questa “parruccata” per poi andare con le donne?
Le amiche trans del passato si erano tutte sposate, diventate di destra, e di Chiesa…ma queste translesbiche? perché? “se volevano andare con le donne potevano rimanere uomini“, pensa e rimugina la vecchia checca. Non capirà mai che la condizione trans non c’entra nulla con l’orientamento sessuale, che la gente non cambia sesso per normalizzarsi o per essere più appetibile sessualmente…che c’è molta differenza tra un omosessuale passivo che si sente “troiA” quando va con Calogero, che usa il femminile su se stessa per gioco, o per tradizione, e una donna trans, ovvero una persona xy di identità di genere femminile.

Poi viene a sapere che c’è un ragazzo, un ragazzo ftm, che, ancora più follemente rispetto alla translesbica sopracitata, va con gli uomini, e solo con gli uomini!

Che scempio! “Lei” che poteva averli tutti! quelli più maschi, quelli appetibili, quelli che “se fosse veramente un gay” bramerebbe. Il muratore sporco che prima dal lavoro va a dare una bottarella alla checca disponibile…come fa questo “presunto uomo” a non desiderare di voler portare via questo bel maschione etero alle donne? dimostrare che i pompini li sa fare meglio lui?
Così la penserebbe se fosse un “vero” gay! ma non lo è!
Quando era piccolA, quell’ftm , ci poteva giocare con le bambole! ha avuto la vita facile lei! (pensa la checca indispettita!)
Ma cosa vuole questa da noi? povera pazza. Avrà letto qualcosa della teoria queer, e si è rovinata. Poteva vivere da donna etero, con accanto un bravo ragazzo etero, ma no! lo discrimina, ossessionata dalla teoria queer e piena di queste cazzate in testa! queste cazzate antibinarie che hanno rovinato tutto!
Un tempo c’eravamo noi! noi! le checche, le “ragazze”, ovviamente solo passive (figurati!) e i bei ragazzi etero, che ci contendevamo con le donne…ed eravamo molto più brave noi a letto! (ricorda a se stessa la checca mentre prova a capire cosa vuole questo ftm!). E ora invece sono tutti versatili, tutti queer, e anche le donne si spacciano per noi per ingannare i pochi maschi che ci sono rimasti, ora che le donne la danno allegramente! Come era bello quando le donne dovevano rimanere in casa a fare la calzetta e i bei maschioni si svuotavano le palle con noi! Come era bello il mondo antico, dove l’unico amore puro era quello tra uomo e fanciullino, e le donne stavano al loro posto!
E poi lei si può sposare! cosa vuole! (ovviamente non si rende conto che l’ftm non vorra’ MAI sposarsi come donna etero), può fare figli! può partorire (idem con patate! il poveraccio non capisce cosa è la disforia, quindi immagina che l’ftm non veda l’ora di partorire!), insomma cosa ha questa in comune con noi! Cosa ne può capire di gay? perchè vuole fare attivismo coi gay? è una frociara mascherata da noi? Lei non veniva picchiata perchè non poteva essere effeminata da piccola! come può capire cosa abbiamo provato noi “ragazze”!!! che vada nelle associazioni trans! a farsela con gli altri trans! (ovviamente siccome i gay se la fanno coi gay, le lesbiche con le lesbiche, nella sua testa bacata i trans amano…i trans!).

Poi un giorno scopre che l’ftm, zitto zitto, se la fa col suo il suo pupilletto, con quel bel pargolo che si è coltivato per anni, dicendogli che no, non era bisessuale, che era gay, perché i bisessuali non esistono, e sono solo i gay che non si sono ancora accettati, e che “persino lui a sedici anni è stato bisessuale” (non nel senso che ha visto la patata, nel senso che si è definito tale come compromesso), e così scatena su di lui tutta la sua sofferenza, quando i genitori, gli amici, e tutti gli altri, lo avrebbero voluto etero, o “almeno”, bisessuale, o meglio, che avrebbero tanto voluto che lui provasse a metterlo dentro alla Carmela del paese, che ce l’avrebbe fatta, e avrebbe frenato quel “prurito”, quello che, per i suoi amici etero, anzi, Nommàli, era solo una perversione, un capriccio, e non un orientamento. La vecchia checca, da giovane, ha dovuto dire a così tante persone, che era “solo frocio“, “solo passivo“, che “non c’era speranza“, che quando un ragazzo giovane ipotizza, nella scoperta di se stesso, che potrebbe essere attratto anche da donne (in un’epoca molto diversa da quella della gioventù della vecchia checca, quindi con presupposti totalmente diversi), subito lo censura e lo riporta verso l’identità politica,e quindi anche personale, di ragazzo totalmente omosessuale. Glielo ripete tante volte, come un mantra, che l’efebo alla fine matura provvisoriamente questa immagine di se, anche perché eterolandia lo sta allontanando e ha bisogno dell’accettazione e dell’accoglienza almeno della comunità frocia.
Inoltre la vecchia checca lo fa accedere a casa sua,  nei suoi simposi con altre vecchie “amiche” (ovviamente checche, a queste serate non accede chi ha Madame De La Fregne tra le gambe), e con altri giovani delfinetti che le amiche si stanno coltivando. La vecchia checca gli regala vecchie riviste, si legge Pasolini, si legge Mieli, ovviamente oscurando tutti i contenuti di Mieli riguardanti il transgenderismo e la pansessualità. Il giovane efebo non vuole perdere tutto questo, ma si sente così attratto dalla fluidità, e sotto sotto considera obsoleto il suo vetusto mentore…

Ma quel ragazzino è diventato un ragazzo, e ha capito lui stesso cosa era e non era, e dei discorsi della checca, su Adriano, Antinoo, attivi e passivi, genderfucking, ne ha piene le palle, e un giorno, cercando informazioni sugli Ftm, ha scoperto che ne esistono persino di gay, e che lui, efebo, può anche essere attratto, se vuole, da un altro efebo, e persino se questo efebo è un Ftm. Di un Calogero che si svuota le palle nel suo culetto “ma solo a patto che lui si metta una parrucca” viene fuori che non gliene può fregà de meno.
Cosi’ la rabbia della vecchia checca è duplice e si fa ancora più violenta. Non solo non accetta che l’Ftm (che continua a chiamare al femminile) possa avere “tutti gli etero che vuole” (se avesse dato un’occhiata all’ftm avrebbe capito che non è cosi…ma sai, se unA ha la patata è ovvio che può avere gli etero, perché l’orientamento si riferisce ai genitali, no?), ma addirittura cerca di guarire e correggere i gay! forse è solo una pazza, inconsciamente omofoba, che vuole curare i ragazzi gay, obbligarli ad essere attratti anche dai ragazzi trans! ma come osa! Non è altro che (scandisce) una- donna – eterosessuale! E’ OGGETTIVAMENTE questo!

E poi (continua), non capisco perché “Lei” si arrabbia tanto se mi rivolgo a lei al femminile! Ma cosa vuole! Ha la bagianna! E’ solo una capricciosa che vuole darci ordini! vuole costringerci a chiamarla al maschile per assecondare il suo delirio, quando noi “donna l’abbiamo conosciuta” (nel senso che la prima volta che l’hanno visto, non è passato come ragazzo e quindi loro hanno pensato fosse una butch). E poi, anche quando ci sbagliamo, che importa del genere? Mica sono queste le cose importanti! (ovviamente per loro l’unica cosa importante è il matrimonio gay, quindi non capiscono che il riconoscimento del proprio genere è la cosa più importante per la persona T), insomma: questi trans dovrebbero starsene per conto loro!

E poi…cosa basta con questa sigla GLBTQIAHAGNAKDONCU ! Ma cosa vogliono? Cosa c’entriamo noi con gli intersessuali? Loro sono solo malati! Che c’entrano con le nostre istanze! E gli asessuali poi….un’altro prodotto marcio di queste teorie queer! Cosa c’entra questa gente con la nostra battaglia per il matrimonio. Io quasi quasi vorrei che anche le lesbiche se ne andassero per conto loro! cosa hanno in comune con noi? Non hanno impulsi, sono sessuofobe, non hanno il problema dell’AIDS! Un po’ d’ordine! maschi con maschi, e femmine con femmine! come nel mondo antico! E i bisessuali poi? Politicamente non ha senso definirsi tali! Che facciano attivismo per il matrimonio, e che, prima di fare altre confusioni, smettano di definirsi tali! Alla fine sono froci, sono froci come noi! Come tutti quei padri di famiglia che poi con noi “ragazzi” si mettono a culo aperto! Ahahha, sono signorine anche loro! come noi!

[continua…]

Nota a piè di pagina. La vecchia checca non è una persona fisica. E’ un insieme di persone, tutte omosessuali, tutte anziane, tutte più o meno con le stesse idee sulle donne, sui bisessuali, sulle lesbiche e sulle persone trans.

7 commenti su “La vecchia checca attivista”

  1. A questo punto, chissà cosa direbbe questo “vecchio attivista” della sottoscritta… 😉 Però, devo dire che questo post è riuscito a farmi intendere un po’ meglio quale “calore” abbiano le dispute e le incomprensioni all’interno dell’attivismo LGBT. Gli attriti generazionali, come sempre, si dimostrano fili duri da torcere.

  2. Vena ironica ed umoristica gradevole, ma che fatica seguirti Nath, il mio cervello non è addestrato ad un aspetto, al suo opposto o complementare e a tutte le combinazioni intermedie.
    Non credo, però, che la genderqueer (identità di genere), abbia un futuro.
    Effettivamente è solo un problema mentale individuale.
    Se preso collettivamente è un segno di decadenza della nostra civiltà. Ma si tratta di esigue minoranze (disforia 1 ogni 30 mila e oltre).
    http://it.wikipedia.org/wiki/Disturbo_dell'identit%C3%A0_di_genere
    Comunque è ancora inserita nel DSM-IV

  3. ovviamente condivido la denuncia dell’intolleranza contro le persone trans e le persone bisessuali, l’invapacità di distinguere tra l’idetità di genere per il resto ammetto che questo proliferare di sigle, definizioni, sotto-definizioni qualche perplessità me la suscita

  4. “Non hanno impulsi, sono sessuofobe…” Vorrei davvero che sapesse cosa si agiti in zona clitoridea, davanti a un bel figliolo o alle curve di una donzella… Ma la “vecchia checca” è pur sempre maschio e si dimostra tale proprio nell’incomprensione della femminilità. 😉

  5. Io trovo che tutti questi nuovi termini siano bellissimi e mi danno l’idea che sempre più gente stia cominciando a capire che le divisioni MASCHIO / FEMMINA, ETERO / GAY/ LESBICA / BISESSUALE ecc. non siano poi così nette come si vuole far credere. Siamo umani, ci sono milioni di possibili combinazioni tra sesso biologico, identità di genere, orientamento sessuale, orientamente romantico. Lo trovo un fenomeno affascinante e non mi importa di dover passare da LGBT a LGBTQIAP+ o a MOGAI.

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