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Il bagno sbagliato…nonbinary e toilet

Perché dico sempre che binarismo è una piaga sociale e distrugge anche le persone transgender?
E’ proprio il dramma dietro allo scambio di genere che logora il nostro passing.
Sono talmente terrorizzati di offendere una madre di famiglia, irsuta e baffuta, dandole il maschile, che sarebbero capaci di darlo anche a uno yeti, se avesse scritto Carmela sul documento, o avesse il vocino acuto.

nonbinary

Il bagno sbagliato…non binary e toilet

In un luogo senza spazio, in un tempo senza tempo…

Estate. Piena estate. Ristoranti vuoti. Me ne vado a brighellonare da solo, in un ristorante cinese semivuoto, e, dopo aver finito di mangiare, ed aver pagato, mi metto su le cuffie con la musica a palla.
Mi dirigo al bagno, due porte di fronte a me. A quale pensate che io mi diriga? A quella del bagno degli uomini, come faccio già al lavoro, e, se potessi, se avessi una casa con due bagni differenziati, lo farei quasi quasi anche a casa 🙂
La musica metal mi separa da quello che sta succedendo dietro di me, a dir poco apocalittico.
Una voce con accento cinese si solleva preoccupata e terrorizzata alle  mie spalle.
“ZignoooooLa! “(signora)
Io chiaramente non le sento, e se le avessi sentite le avrei ignorate, anche semplicemente in buona fede, non essendo abituato ad essere chiamato così. Persino quando non passo, di solito dicono signorina. Ma si vede che sto invecchiando anche io!
Zignoooola, zignoooola! Continuano a volermi chiamare. A salvare questa povera innocente che, per ingenuità e per una sbadatagine tipica delle donnine distratte, sta commettendo un pericoloso sbaglio.
Come sarà offeso il suo cuore sensibile dopo che, vergognatasi del fatale errore, si troverà di fronte a degli imponenti orinatoi! E che imbarazzo per quella dolce fanciulla se il suo sguardo dovesse incrociare quello di un uomo che, imbarazzato, dovrebbe dirle a bruciapelo che è finita, poverina, nel bagno sbagliato?
Le due cinesi continuano, sempre più insistentemente e a volume più alto, a pronunciare quello “zignola”, mentre i pochi presenti del ristorante ammutoliscono il loro brusio, concentrando lo sguardo su di me, finché con uno scatto felino, una delle due cinesi corre per “salvarmi”, ma è preceduta da una signora, a me più vicina, che si alza e mi scuote la spalla, avvertendomi che le due cinesi “da ore” provano a chiamarmi.

 

Tutta questa vicenda mi ricorda tanto un episodio a me raccontato dalla cara amica Valeria.
In un negozio di panetteria, dove uno dei due era fortemente ambiguo, la ressa si schiacciava attorno al panettiere per la baguette calda appena sfornata. Tutti i frequentatori si erano accorti dell’effeminatezza del panettiere, ma nessuno osava parlarne, un po’ come coloro che vedevano i vestiti del re nudo.
Si leva la voce, di un cliente nuovo, che passava per casa.
“Signora, è il mio turno!”. L’effeminato non fa una piega, lo serve in modo diligente, ma a creare imbarazzo è la folla sbraitante che cala in un profondo silenzio, guardando il neocliente, che , terrorizzato dallo sbaglio, cala anche lui in un imbarazzante silenzio.

Cosa può esserci di più grave di sbagliare il genere di una persona adulta?
Ancora ancora lo si tollera coi bambini e le bambine piccole, se privi di orpelli di genere.
Ma con gli adulti rimane uno dei peggiori tabù, e questo causa l’imbarazzo di tutte le persone transgender o transessuali non rettificate e/o con un cattivo passing.

 

21 commenti su “Il bagno sbagliato…nonbinary e toilet”

  1. Io, palesemente femminuccia, non mi faccio problemi a infilarmi nel bagno dei maschi, quando sono in viaggio. Una volta, in Spagna, ho “abusato” della toilette maschile, perché quella delle donne faceva a dir poco schifo. E l’ho spiegato anche a due maturi signori che mi credevano rimbambita o troppo miope. Prendilo pure a titolo di consolazione… *Sospiro”

    1. Qualcosa di simile m’è successo in autobus una quindicina di anni fa.
      Si era liberato un posto proprio davanti a me e di lato c’era una signora, con una fluente chioma nera, che mi voltava le spalle…
      “Prego, signora, si accomodi”
      La signora si voltò, con tanto di folta barba…
      “ehm, mi scusi” e mi sedetti. ”
      “Non c’è di che”.
      Doveva capitarle di frequente.

  2. Erica:
    “ho “abusato” della toilette maschile, perché quella delle donne faceva a dir poco schifo.”

    Strano, di solito è vero esattamente il contrario.
    M’è capitato una volta in azienda, di passare accanto ad una toilette per donne, mentre mi dirigevo a quella di fronte, per uomini.
    La porta era aperta e l’ho vista in disordine, però emanava un odore intenso di femmina che mi è piaciuto.

  3. una madre di famiglia (o non madre) irsuta a cui viene dato il maschile per deriderla è comprensibile che si risenta e rivendichi il suo essere donna, quando l’errore avviene in buona fede credo che vada messo in conto

  4. Ricordo che una volta ero a festeggiare un capodanno al aperto, vestito ovviamente maschile, anche se nulla di costrittivo al torace, quindi nessun dubbio sul mio sesso bio, ma di spalle e di notte… mi si avvicina una ragazza con il suo ragazzo e dandomi del maschile, mi chiede di fargli una foto, mi giro… la ragazza era imbarazzata ed io divertito e direi che non mi è dispiaciuto per niente

  5. Girando per il Web, mi sono imbattuto su questo articolo di Nath dello scorso anno.

    Tutto nasce dal fatto che nella nostra mente è memorizzata la silhouette (contorno) del maschio e della femmina e, spontaneamente, il nostro cervello ci offre la sua interpretazione della realtà.
    L’uomo e la donna (per il momento la natura non offre altro) hanno una conformazione del corpo formatasi nel corso di milioni di anni ed è il risultato della selezione del più adatto.
    Il corpo della donna è ben diverso da quello maschile. Riassumendo, donna: fianchi larghi, spalle strette, vita stretta, cosce carnose, sedere prominente, braccia esili, piedi corti, andatura tipica sinuosa, ecc.
    Vi risparmio il maschio.

    “La silhouette è la riproduzione grafica bidimensionale del contorno di un oggetto, di una persona o di ogni altra figura rappresentabile.”
    Il prospetto è ciò che di vede davanti a noi, il profilo è ciò che si vedrebbe di lato girandosi (noi o l’oggetto) di 90 gradi.
    La silhouette è dunque quella tipica che vediamo sulla porta dei bagni.
    Di lontano, una donna, anche se vestita da maschio, comunque ci appare come una donna.
    Nel mio caso, sull’autobus, ho sbagliato perchè l’uomo dai capelli lunghi, di schiena mi era troppo vicino, non potevo vederne il prospetto.
    Credo che Nath continuerà a lottare contro i mulini a vento sulla questione del binarismo.
    Non si può cambiare il cervello della gente e non si tratta di pregiudizi, siamo proprio così conformati “dentro” e daremo sempre queste risposte.

    1. in effetti su questo ti dò ragione, il corpo maschile e quello femminile sono diversi, è un dato di fatto e va accettato.con tutte le varianti del caso (ci sono uomini e donne più esili o più robusti, più magri o più grasse, ma ci sono differenze anatomiche tra uomo e donna e ci saranno sempre (e personalmente trovo bellissime queste differenze) e le persone transgender lo sanno bene. ma tali differenze non devono essere un impedimento alla lotta per i dritti civili delle persone transgender e di tutte le minoranze

        1. lo so benissimo che non tutte le donne nascono, come accade alla maggioranza delle donne, biologicamente con un corpo femminile e non tutti gli uomini nascono biologicamente con un corpo maschile come accade alla maggioranza degli uomini.
          E giustamente le persone transgender (anche quando non ricorrono a interventi chirurgici ai genitali) vogliono avere un corpo, un aspetto che corrisponda i più possibile al genere d’elezione

            1. se sono una donna voglio averne l’aspetto e il corpo, se non ce l’ho biologicamente cerco di ottenerlo in altri modi chirurgici o no

                1. quindi conosci persone trans mtf che si tengono la barba lunga alla Karl Marx o il pizzetto ritenendoli in perfetta linea col genere d’elezione?

                    1. Qui non centra la cultura: le donne non hanno la barba (salvo disfunzioni ormonali rare che nessuna donna desidera avere, chi ce l’ha ci convive e va avanti nessuna la auspica per se stessa) una trans mtf è una donna e pertanto se è felice di avere la barba da patriarca biblico (ma credo sia una esigua minoranza nel mondo transgender) la cosa mi perplime..adesso dirai che sono un binario intollerante ma anche se non conosco di persona nessuna persona transgender so che le donne (a parte i rari casi citati) non hanno la barba e non desiderano averla (se non come curiosità superficiale, come quando una donna cisgender dice “chissà che si prova ad avere un pene”) e non è una questione culturale

                    2. non ho mai conosciuto personalmente nemmeno un musulmano strettamente osservante (avevo solo una compagna di classe albanese al liceo che era di famiglia musulmana ma era molto laica, non portava neanche il velo) spero di potermi comunque esprimere sul mondo musulmano o su determinati aspetti di esso.

                  1. e la barba comunque è cosa diversa dal pene..quando passeggi per strada nessuno vede i tuoi genitali, la barba di Noè la vedono tutti, non è una questione banale. Una trans mtf che volesse essere considerata donna anche somigliando a Karl marx è simile a un uomo che vuole essere bello e atletico continuando a pesare 150 Kg per un metro e mezzo.di statura

                2. Capisco le tue difficoltà, Paolo, circa le differenze fra uomo, donna, maschio e femmina, che non si sarebbero manifestate se tu avessi potuto assistere alle lezioni – come molti di noi più anziani – dell’eminente prof. anatomista Anemo Carlone, noto divulgatore radiofonico, fin dagli anni ’70.
                  Fortunatamente, però, ho potuto recuperare su YOUTUBE, una memorabile lezione sull’argomento, che vado a riproporre con il collegamento:

                  1. Le occasioni per discriminare la gente non solo non cessano ma ne nascono continuamente di nuove.
                    Io sono uno che discrimina, che ha pregiudizi ed è contento di averli, perché nascono da precise esperienze negative. E’ per questo che, più si va avanti negli anni, più i pregiudizi crescono.
                    Colui che non discrimina è, a sua volta, discriminatore: ha pregiudizi su chi ha pregiudizi, come colui che si ritiene antirazzista, è a sua volta razzista.
                    Pochi sono intolleranti come gli antirazzisti.
                    Non ci si deve preoccupare di divenire dei puri. Accetto di non essere perfetto; dirò di più, la perfezione non esiste e, chi la persegue, è matto di suo, i santi sono fra i più celebri matti della storia.
                    Sono ateo ma voglio ricordare espressioni bibliche o attribuite al Cristo, personaggio inventato dai suoi discepoli, connection di turlupinatori, come oggi nascono sodalizi per vendere prodotti dimagranti (= il Redentore).
                    Una di queste è: “il giusto pecca 7 volte al giorno”, e ancora, “chi non ha mai peccato scagli la prima pietra”, “prima di togliere la pagliuzza negli occhi dell’altro, togli il trave dal tuo”; perdonare « Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette. » (Matteo18,22).
                    Tutti i movimenti sono intolleranti, particolarmente quelli che combattono l’intolleranza.

                    Da giovane ho portato la barba per far contenta la mia fidanzata, più anziana di me, riteneva che la barba mi facesse più vecchio, in effetti facevo solo più schifo. Appena lasciati me la sono rasa subito, non ne potevo più di avere quel “grime” sul volto.
                    Ora, diciamolo, Conchita fa schifo ma, quello che più mi stupisce è che abbia tanto successo e credo che, come avviene spesso, il timore di sembrare intolleranti, razzisti e altro, spinga la gente a mentire pubblicamente ma, in sé, preferisce sorvolare e accettare, rassegnatamente, ormai, tutto ciò che ci viene da questo mondo, sempre più di merda.
                    Cosa centra la barba con i bagni, dei quali trattiamo in questo articolo?
                    Ecco il collegamento:
                    http://news.fidelityhouse.eu/salute/la-barba-e-un-ricettacolo-di-germi-lo-dimostra-uno-studio-100400.html
                    tant’è che, entrando in un ristorante (solo per dire, non vado mai), se vedo camerieri con barba imbocco la dirittura dell’uscita; non ne parliamo se si tratta di cuochi, come Gianfranco Vissani, che ora s’è messo a fare il cicerone: che rientri immediatamente in cucina, fellone, ma dopo essersi adeguatamente rasato.
                    Mc. Donald non assume banchisti con barba e mi auguro che nelle cucine non ce ne siano. Particolarmente preferiti sono i calvi.
                    Nell’era del Kebab, informatevi su come viene prodotto, peggio del wurstel. Come fanno degli esseri umani a nutrirsi di questi schifi?
                    Meglio non frequentare luoghi ove si serve del cibo e ricordatevi che la cucina è un posto dove il cliente non può entrare; nessuno sa quali e quanti crimini vi si consumano.
                    Affari vostri.
                    Oggi, poi, la barba è legata ai macellatori dell’ISIS, al punto che, tutto ciò che ha a che fare con l’Islam è essenzialmente “barba”.
                    Non ritengo di essere andato fuori tema perché “barba” e “cesso” sono strettamente legati.
                    Ad un ftm, raccomanderei, nell’itinere del passing, non usare barbe posticce, né prodotti che ne favoriscono la crescita.

                    1. ma che centra Conchita? E’ una drag queen (cioè un uomo che fa spettacolo nei panni di un personaggio femminile ma la sua identità è quella di un uomo cisgender), non una trans

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